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RIFORMA DEL CATASTO, IPOTECHE E VISURE CATASTALI : ECCO LE NOVITÀ DEL 2015.

Nel 2015 sono molte le novità appena entrate in vigore e attese nel corso dell’anno che daranno al catasto un volto nuovo, dalle tariffe per dati ipotecari e visure catastali alla stessa riforma del catasto che potrebbe portare ingenti aumenti nella tassazione degli immobili.

Dati ipotecari e visure catastali

Attraverso il provvedimento n. 160950/2014, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito che dal 1 Gennaio 2015 diventano meno cari i costi che le Pubbliche Amministrazioni, le imprese, i professionisti e i cittadini dovranno sostenere per accedere ai dati ipotecari e alle visure catastali attraverso la piattaforma online del Catasto. In particolare:

1. viene abolito il versamento dell’una tantum di 200 euro a titolo di rimborso delle spese amministrative connesse alla convenzione;

2. il costo per ogni password, da sostenere come contributo per le spese di implementazione e gestione dei servizi informatici viene ridotto a 15 euro, dai 30 precedentemente previsti;

3. anche le Pubbliche Amministrazioni dovranno sostenere i costi previsti per imprese e privati dal momento che non verranno più concesse loro le tre password gratuite a cui, prima avevano diritto;

La revisione delle tariffe era esplicitamente prevista dal Decreto 4 Maggio 2007 dell’Agenzia del Territorio che prevedeva una revisione triennale dei costi, attraverso un apposito provvedimento direttoriale che andasse a determinare i nuovi importi sulla base delle variazioni dei costi di gestione del servizio. Ciò è stato possibile attraverso la piattaforma e i servizi telematici dei quali il provvedimento cerca di promuovere l’utilizzo.

Riforma del Catasto

Con il primo Consiglio dei Ministri del 2015 dovrebbe entrare nel vivo la riforma del Catasto di cui l’esecutivo ha già iniziato a discutere. Anche se l’entrata in vogore del provvedimento non sarà immediata e potrebbe, anzi, richiedere tempi lunghi, l’obiettivo dichiarato è quello di rendere il prelievo fiscale sugli immobili più aderente ai reali valore di mercato. Lo strumento maggiormente utilizzato di rendere il prelievo fiscale sugli immobili più attinente ai reali valori di mercato, attraverso l’adozione di un nuovo algoritmo resosi necessario per rideterminare la rendita e il valore catastale di più di 64 milioni di unità abitative presenti sul territorio nazionale. Tra le maggiori novità che dovrebbero essere inserite nel decreto:

1 non verranno più considerati i vani catastali ma l’unità di misura, a fini fiscali, sarà costituita dalla superficie dell’immobile espressa in metri quadri;

2. esisteranno ancora sia la rendita catastale (che misura il canone teorico di affitto) che il valore catastale (che misura il prezzo di mercato dell’immobile). Tuttavia sarà abolita la regola in base alla quale il valore catastale viene calcolato con un moltiplicatore della rendita;

3. il nuovo algoritmo che gli esperti del catasto stanno mettendo a punto dovrebbe, infatti, servire a configurare la nuova rendita catastale e il nuovo valore catastale adattando i valori degli affitti reali e dei prezzi di vendita reali, rilevati sul territorio, con le caratteristiche di ogni singolo immobile;

Questo nuovo metodo farà sì che sulla determinazione del valore fiscale dell’immobile incideranno la metratura, lo stato di manutenzione dell’immobile ma anche i servizi pubblici (strade, mezzi di trasporto, illuminazione) di cui quell’immobile usufruisce;

107 commissioni (una per ogni provincia) già individuate, decideranno le modalità di adeguamento del valore catastale degli immobili a quello di mercato;

il nuovo algoritmo definirà il valore unitario di 1 metro quadro di ciascuna abitazione al quale poi si applicheranno dei coefficienti necessari per differenziare i vari immobili in base all’ubicazione, all’epoca di costruzione e al grado di finitura;

Obiettivo dichiarato della riforma è quello di ridefinire i parametri (quelli attuali risalgono al 1939) per la classificazione del parco immobiliare italiano apportando una variazione fiscale media del 25% per gli immobili per i quali il valore catastale cambierà. A farne le spese dovrebbero essere gli immobili del centro storico delle grandi città italiane considerate ancora come abitazioni popolari ma, nella maggior parte dei casi, divenute immobili di lusso. 

Anche se nelle intenzioni del legislatore la riforma sarà a saldo zero dal punto di vista fiscale, ovvero non implicherà alcun aumento del gettito tributario proveniente dagli immobili è poco veritiera l’ipotesi in base alla quale la tassazione sugli immobili resterà invariata. Di certo pagheranno maggiormente i proprietari degli immobili dei centri storici di grandi città come Roma, Milano, Napoli, Messina, Ragusa e Torino) mentre qualche vantaggio potrebbe arrivare per chi vive nelle periferie delle grandi città.

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